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Stralci critici
tratto da: comunicato stampa per la mostra collettiva "Exstracorpi"
Roma 1998
Galleria Marazzani Visconti
Terzi
Claudio Di Carlo comincia a farsi notare negli anni della
"Pittura Mediale" quando si analizzava a fondo la tecnica pittorica nel
suo proporsi con certe stesure "digitali" e con colori freddi o
dai calori "elettronici". Notando, prima di tutto, il rigore
tematico di questo giovane artista, riprendiamo un brano dal testo in
catalogo di Gianluca Marziani per la mostra collettiva
ÒextracorpiÓ, con i lavori di Francesco De Grandi,
Claudio Di Carlo e Fabrizio Passarella: ... Di Carlo insiste sul
tema del corpo erotico e spinge il tasto su un voyerismo ad occhio
ravvicinato: l'artista guarda le sue donne, lÕintimitˆ universale
tra le gambe femminili, vuole navigarci attorno e sfiorare la pelle
proprio come nei migliori (e sono pochi) erotismi
cinematografici... Considerando la difficoltà nel
costruire l'erotismo attraverso corpi pittorici femminili, Di
carlo appare particolarmente abile a farlo in termini attuali,
secondo inquadrature e colori che hanno la razionalità del video
e il cuore manuale di chi rielabora immagini elettroniche.
Gianluca Marziani
tratto da:
comunicato stampa per la rassega d'arte e video "Cinemalia" Roma 1998
al Malastrana Cafè
Impegnato a cogliere l'attimo estremo di ogni scena, Claudio Di
Carlo dipinge immagini estrapolate dal grande e dal piccolo schermo, da
riviste, da foto da lui stesso fatte ecc. La dinamica della sua pittura
di stampo postmoderno, postindustriale, post immagine digitale. residui
di carte si intravedono dal fondo, materiale lacerato ed effimero,
proveniente dall'economia usa e getta propria della civiltà dei
mass-media. Lui invece fissa, calcando la mano sul particolare
scabroso, sul corpo, sullo sguardo, usa l'olio e la tela, usa
l'immagine adattandola alla tipologia del ritratto. Ma non si tratta di
singoli individui da celebrare,bensì di realtà da
connettere, suono, computer, tecnologia, messaggio erotico, scene di
films, paesaggi, città... ogni singola opera corrisponde solo ad
un tassello di quella che diventa una vera e propria installazione.
Tutto si amalgama, magari trascendendo il senso proprio di ogni
singola immagine, tutto diventa coro, con le sue dissonanze e i suoi
azzardati accostamenti. Potenziamento della realtà attraverso
flash significativi,potenziamento di ciò che si decide di
ricordare e di connettere, energia, ritmo ...effetto
psichedelico.
Francesca Pietracci
tratto da:
comunicato stampa per il ciclo di mostre on-line "No Stop" 2000
Newzone projects - www.webzone.it/newzone/ VLAB.HTM
Tra gli opposti profili metropolitani, la pittura di Claudio Di
Carlo ci immette in scorci rapidi e irriverenti pur se raffinati della
realtà. l'occhio visionario dell'artista introduce in interni
domestici governati da complesse emozioni umane (dalla paura
all'estasi), ricolmi di sensualità e di atmosfere allucinate,
alimentati da corpi intrisi di piacere mescolato a dolore e black
humor. Un mondo rappresentato da colori freddi o agghiaccianti. Da tali
composite trame affiora una generazione tormentata dalla tecnologia
(telefono, fotografia, video porno...) e dalla chimica (droghe
socializzanti, ecc...) oltre che dai sentimenti. Claudio Di Carlo in
una compressione eidetica, dipinge la ripetitività dell'universo
mediale dal telefono ai giornali alla televisione come un male sottile
che attraversa la realtà contemporanea, come allegoria della
solitudine di un mondo a noi falsamente vicino...
Adriana Martino
da "il giornale d'Italia"
05/04/2003
A Roma con CLAUDIO DI CARLO e al Design Museum di Londra MANOLO
BLAHNIK
...In Italia forse c'è di
meglio. Meno propaganda a livelli di industria dell'arte. Meno battute
facili, magari provincialotta, come quella di Madonna.
Per lei le scarpe "sono come (simili? La frase è ambigua) il
sesso". Però durano "più a lungo". Basterebbe una mostra
in corso agli Horti Lamiani di Roma organizzata da due donne, Simona
Cresci e Paola D'Andrea, per fare affermare un
artista che su piedi e scarpe di donna riesce a darci un poemetto
corale: dipinto all'antica ma di sapori visivi e interiori che sono
dell'uomo di sempre. Claudio Di Carlo, prosegue la
mostra di via Giolitti 163 tramite un catalogo da mettere da parte,
tanto è intenso. Interviene nell'Art-Piede (è una sigla
altrove letta).Utilizza immaginario già visto, liberamente
oppure occasionalmente dalla porta femminile semiaperta.
Risulta di fascinosa conquista, fuori da ogni insolenza della
volgarità, o del sesso consumato intellettualmente e quindi
inutilmente, è la familiarità che si realizza tra
immagine e il visitatore del quadro. Tutto è detto nella vita.
Uno però come Di Carlo in questa sua pittura suggerisce, ed in
un certo senso aggiunge nella storicità della figurazione, un
modo fraterno di vedere e godere, ed amare l'amore. Il piede femminile
si innalza a sentimento di carezza, a tu e tu. Come accade con il
sorriso. E' la partenza magica di questa pittura...
da Settimana d'arte a
cura di Giuseppe Selvaggi
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