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Una
traccia negli Horti Lamiani Simona
Cresci Paola
D’Andrea Francesca
Pietracci
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Credo di vivere tutte le difficoltà e le
variabili della strada dell'autonomia, senza rimanere isolato,
soprattutto nel cosiddetto "mondo dell'arte". L'autonomia sta alla
capacità di gestirsi senza lasciarci la pelle prima di aver
fatto "tutto". Mettere in atto le proprie strategie. Horti Lamiani associazione culturale, spazio polifunzionale, in bilico tra una galleria di lusso e un centro socialmente impegnato, situato al fianco sinistro della stazione Termini, nel quartiere Esquilino. Luogo già di per sè laboratorio avanzato, non solo multiculturale, ma anche di nuove possibili attività umane. Horti Lamiani, con tutte le sue apparenti e reali contraddizioni, mi è sembrato il migliore dei luoghi dove fare "Life in". Il nudo pallore estatico di Miriam Abutori e il suo attivare la percezione della temperatura; le forme primordiali di vita, le conchiglie rotte dell'adriatico di Emanuela Barbi ammarate contro una vetrina della galleria. I disegni delle stesse fatte da un meticoloso Alessandro Gabini seduto naturalmente in vetrina dietro un computer che trasmette immagini digitali da lui stesso riprese la mattina fuori nel quartiere; i suoni di Mauro Tiberi prodotti attraverso la voce e il campionamento dei rumori ambientali della mostra. La reazione ironica e rilassata del pubblico allo spettatore/clown Costa Pucci. Tutti hanno interagito con le opere, le persone e lo spazio. Davanti e attraverso lo sguardo video di Cristina Vuolo e Gianluca Stuard l'agire di tutti diventa un'unica grande azione comportamentale. Azione poetica, azione politica. Gli interventi, non previsti ma coagenti, del fotoperformer Luigi Viola, del musicista Marcello Alulli e della regista Federica Tuzi hanno reso ancora più necessario questo procedere fra l'arte e la vita nel modo più consono alla mia natura. Il tempo e lo spazio che Horti Lamiani, le curatrici, i critici e gli artisti mi hanno dedicato ha reso possibile "Life in". a Giuseppina, Flavia e Bianca. CLAUDIO DI CARLO “life in” a cura di con testi critici di grazie a un ringraziamento particolare a
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